I nostri servizi
Dal 2006 a oggi abbiamo attivato diversi servizi e attività per rispondere alle varie necessità, a volte intuendo un bisogno, altre invece rispondendo a specifiche richieste.
Attivare un nuovo servizio è sempre una responsabilità, perché è importante garantirne continuità, evitando quindi interventi a spot, pure apprezzabili, ma senza futuro. Pertanto, cerchiamo sempre di valutare la disponibilità di risorse umane ed economiche prima di lanciarci in una nuova sfida.
Nel Bilancio di missione presentiamo in sintesi i risultati di un anno di lavoro svolto con passione, dedizione e professionalità dai nostri volontari e operatori.
HOUSING SOCIALE

La domanda di ospitalità deve essere presentata direttamente dall’educatore della persona detenuta e preceduta da un colloquio conoscitivo in carcere tra il futuro ospite e un operatore del Girasole.
Inoltre accogliamo per periodi più lunghi (in media 6-8 mesi), persone che – dopo aver scontato parte della pena -, sono ammesse alle misure alternative al carcere, come l’affidamento in prova ai servizi sociali, detenzione domiciliare e semilibertà. L’accoglienza prevede una presa in carico da parte dell’équipe di professionisti del Girasole (educatore, psicologa, mediatrice famigliare) per un percorso di accompagnamento socio-educativo finalizzato al reinserimento sociale e all’autonomia economica e abitativa. Alcuni nostri volontari – chiamati “tutor” – affiancano i professionisti creando momenti di socialità con gli ospiti, incontri informali, come un aperitivo o una cena insieme, e in caso di necessità sono disponibili nel disbrigo di aspetti burocratici o altre piccole incombenze.
Tutti gli ospiti accolti negli appartamenti del Girasole ricevono beni alimentari dai volontari che gestiscono il servizio di distribuzione viveri.
SPORTELLO PSICOLOGICO

Attraverso uno o più colloqui, la psicologa del Girasole intercetta situazioni famigliari difficili a causa della detenzione, ma anche in vista del rientro a casa del detenuto vicino al fine pena o alle misure alternative.
Oltre al sostegno psicologico individualizzato, la psicologa verifica se esistono risorse affettive, sociali e culturali del nucleo per attivare un percorso di mediazione famigliare (progetto “Mediamoci” del Girasole) oppure orientare l’utente ad altri servizi del territorio.
Per far conoscere a tutte le persone ristrette questo servizio abbiamo fatto distribuire volantini informativi nei reparti di San Vittore. In alcuni casi, su richiesta del detenuto, la presa in carico da parte della psicologa prosegue anche all’esterno del carcere riaccompagnando lo stesso sul territorio e nel reinserimento in famiglia.
Inoltre, il supporto psicologico può essere attivato anche a favore di persone sottoposte all’autorità giudiziaria che stiano scontando la pena sul territorio. In tal caso la richiesta per lo psicologo può partire sia dall’Ufficio di esecuzione penale esterna (UEPE), sia dal diretto interessato che, vivendo un momento di fragilità, necessita di un professionista specializzato con cui confidarsi e che lo supporti nella difficoltà. Il Girasole, inoltre, quando ne ravvisa la necessità, mette a disposizione – gratuitamente quando possibile o in ogni caso con un piccolo contributo – il supporto psicologico anche a favore dei famigliari dei detenuti.
MEDIAZIONI FAMIGLIARI

Scopo del percorso è quello di accompagnare il detenuto nel suo rientro in famiglia, aiutandolo ad affrontare i cambiamenti intervenuti durante la sua assenza, riacquistare la quotidianità persa con i propri cari o riaprire dialoghi e rapporti interrotti a causa di vecchie questioni irrisolte. Quando nel nucleo famigliare sono presenti minori, i mediatori accompagnano la persona detenuta in un percorso di supporto alla genitorialità aiutando la coppia a pensare e progettare un futuro positivo e realizzabile per tutti i componenti della famiglia.
I mediatori, quindi, sostengono detenuti e famigliari nel confronto e nel dialogo reciproco offrendo strumenti utili per affrontare in modo costruttivo ed evolutivo gli eventuali conflitti. A volte occorre anche accompagnare il detenuto nella rielaborazione del reato e delle conseguenze che la separazione, causata dalla detenzione più o meno lunga, ha provocato a tutto il nucleo famigliare, modificando gli equilibri interni.
Prima di avviare un percorso, i mediatori verificano che ci siano i presupposti, a cominciare dalla disponibilità di entrambe le parti a mettersi in gioco con colloqui e confronti. Lo Sportello psicologico interno a San Vittore è deputato anche a svolgere questo compito e di segnalare la possibile attivazione del progetto “Mediamoci” per la coppia interessata.
Il percorso prevede in media 10 incontri congiunti che si svolgono all’interno dell’istituto di pena, nel caso in cui il detenuto non possa accedere ai permessi esterni. Il percorso di mediazione famigliare può proseguire anche sul territorio – in caso di misure alternative al carcere – presso la sede dell’Associazione Il Girasole in via degli Olivetani 3 a Milano.
Spesso i percorsi non sono attivati soltanto in favore delle coppie (moglie/marito, compagno/campagna…), ma anche tra genitori e figli, fratelli, sorelle o altri parenti con cui i rapporti si sono interrotti o deteriorati a causa della detenzione o del reato commesso. Capita di frequente che all’interno di un percorso di mediazione intervengano più soggetti contemporaneamente che si incontrano con i mediatori al fine di ricreare nuovi equilibri e ristabilire un dialogo tra tutte le parti coinvolte.
SPORTELLO SAN VITTORE

I famigliari che entrano per la prima volta in carcere per visitare un parente (figlio, marito, moglie, fratello, sorella…) sono disorientati, agitati, provano vergogna, non conoscono il mondo dietro alle sbarre e sono intimoriti dall’ambiente austero. Incontrare i volontari del Girasole che li accolgono, li ascoltano, li sostengono, rende meno pesante l’impatto col carcere e l’attesa dell’incontro.
DISTRIBUZIONE VIVERI

Una volta al mese ritiriamo la merce che viene poi stoccata dai volontari. Il servizio, aperto una mattina alla settimana (mercoledì dalle 10.30 alle 13), è rivolto in esclusiva a famigliari di reclusi, ex detenuti/e e detenuti alle misure alternative. Oltre al documento di scarcerazione o di altro che attesti la detenzione del famigliare, per accedere al servizio è necessario consegnare anche la certificazione ISEE come richiesto dal Banco Alimentare.
Spesso la carcerazione di un padre o di un marito mette in difficoltà l’intera famiglia che all’improvviso si trova ad affrontare un disagio economico, essendo venuta a mancare una fonte di reddito. Per questo a chiedere aiuto sono soprattutto mogli (con figli a carico) e madri di detenuti, ma anche ex detenuti che faticano a trovare un lavoro stabile o già avanti con gli anni.
Il servizio è gestito da alcuni volontari del Girasole, cui si aggiungono durante l’anno anche ragazzi scout o studenti che frequentano le superiori e che possono richiedere i crediti formativi per la scuola.
SERVIZIO VESTIARIO
Dal 2016 all’interno del carcere di San Vittore per gestire insieme a volontari di altre organizzazioni la consegna di capi di vestiario ai detenuti.
Nel 2018 i volontari del Girasole hanno avviato un servizio esterno, dove ha sede anche l’associazione, per selezionare e stoccare indumenti usati, ma in buono stato da destinare alle persone (soprattutto uomini) ristrette a San Vittore. Il servizio, svolto da volontarie una volta o due alla settimana.
La consegna di indumento avviene attraverso a Sesta Opera che continua il servizio all’esterno.
CORSO ALFABETIZZAZIONE

È nato così il corso di alfabetizzazione che alcune ex insegnanti (ma non solo) svolgono un giorno alla settimana nel reparto Giovani adulti.
Dal 2024 è attivo un secondo corso nel reparto Clinico che ospita persone con problemi di salute o disabilità.
PILATES AL FEMMINILE DI BOLLATE
Al Reparto femminile di Bollate, dal febbraio 2022, Ludovica (istruttrice di Pilates 2° livello) propone lezioni di pratica di Matwork Pilates di 60-70 minuti, la lezione termina con 30 minuti di meditazione guidata che le porta al rilassamento profonda.
Alle pratiche, che si svolgono il lunedì pomeriggio (a volte anche il giovedì) partecipano circa 8-10 donne. L’istruttrice fa svolgere esercizi a corpo libero sul tappettino secondo le possibilità di ciascuna e seguendo le problematiche posturali di ogni allieva.
La pratica, che restituisce forza e resistenza muscolare, fa bene al corpo e allo spirito. È uno spazio intimo e riservato che favorisce l’incontro tra le persone e la socializzazione con chi viene dall’esterno.
Bilancio di missione 2023:
Ore di volontariato
Realizzate dai 100 operatori, soci e volontari, con grande impegno e dedizione.
Pacchi distribuiti
A detenuti in misura alternativa, ex detenuti e familiari di persone ristrette